Dagli anni ‘70 ad oggi il numero delle donne straniere continua a crescere. Dal 2005 al 2020 è aumentato di oltre il 140 per cento. Le donne sono poco più della metà degli stranieri presenti in Italia, nel 2021 erano 2,6 milioni. Continuano però ad essere la categoria più svantaggiata sia rispetto alle donne ed agli uomini italiani che agli uomini stranieri. Questi sono i dati recentemente pubblicati dal Centro Studi e Ricerche IDOS e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, “Le migrazioni femminili in Italia”.
Chi sono le donne straniere in Italia?
Sono 5 le nazionalità che rappresentano i due terzi delle donne migranti nel paese. Queste sono: Romania, Albania, Marocco, Ucraina e Cina, seguite da Filippine, Moldavia, India, Polonia e Perù.
La maggior parte di loro possiede un titolo di soggiorno di lungo periodo. Tra le titolari di un permesso a termine prevalgono le soggiornanti per motivi di famiglia. Un quarto delle donne, invece, ha permessi per lavoro e il 7,2 per cento possiede titoli per motivi di protezione.
Le donne immigrate nel mercato del lavoro
Quando si tratta di donne straniere si parla di una doppia discriminazione, sia come donne che come straniere. C’è un divario in termini di occupazione, salario e tipologia di lavoro tra le donne migranti e quelle autoctone.
Il tasso di occupazione fra le donne straniere è del 45,4 per cento. Lo stesso dato per le donne italiane, invece, è del 49,9 per cento. Come viene evidenziato da “Le migrazioni femminili in Italia”: “Mentre le italiane hanno un tasso di occupazione inferiore di 16,7 punti percentuali rispetto ai maschi, per le straniere il divario è di 26,3 punti rispetto agli uomini stranieri e di 4,5 rispetto alle italiane.”
Le donne straniere che lavorano sono concentrate maggiormente nel settore dei servizi, seguito dall’industria e dall’agricoltura. Nello specifico si possono menzionare le 3 occupazioni come collaboratrici domestiche, addette alla cura della persona e alle pulizie di uffici ed esercizi commerciali. Quindi le donne oltre ad avere un basso tasso di occupazione, ricoprono le mansioni che richiedono basse qualifiche e basse retribuzioni. “In media le dipendenti percepiscono 897 euro al mese, il 29 per cento in meno delle italiane e il 27 per cento in meno degli stranieri maschi.”
Hanno il livello di istruzione più basso?
Anche se le donne straniere sono mediamente più istruite degli uomini, hanno comunque meno possibilità di trovare un lavoro o di trovarne uno in linea con i propri titoli. Fanno i lavori che richiedono bassi livelli di abilità e competenze, compiti semplici e di routine, sforzi fisici e strumenti manuali.
In generale il 32,8 per cento degli stranieri è sovraistruito, ovvero ha un titolo di studio superiore al lavoro che svolge. Fra gli italiani invece questo dato interessa il 25 per cento dei soggetti. Per le sole donne straniere la percentuale di lavoratrici sovraistruite è del 42,5 per cento.
Evidentemente l’Italia deve fare ancora grandi passi avanti per ridurre gender gap nel mondo del lavoro. Se la situazione è già difficile per le donne italiane, per le donne straniere è ancora più tragica. Possiamo anche dire però che sia un grande peccato che un paese come l’Italia non sia in grado di valorizzare le capacità di tutte quelle persone che arrivano con il desiderio di cambiare la propria vita.