Perché il concetto di “guerra fredda” è inappropriato per il Sud del mondo


Il termine “Guerra Fredda” è sempre stato usato in modo superficiale e ideologico, soprattutto quando l’intenzione era quella di coprire le vere forze materiali che hanno guidato la storia in quel periodo. In una delle mie prime lezioni sul postcolonialismo, ricordo sempre la professoressa dell’Università di Coimbra, Margarida Calafate, che affermava che “il periodo che in Occidente si riferiva a “guerra fredda” era stata in realtà molto caldo in Africa e ai tropici in generale”.

Questa espressione si determinava dal fatto che, sebbene quella che viene chiamata la “Guerra Fredda” sia stata percepita principalmente come una disputa ideologica tra le superpotenze degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, ha avuto un impatto fisico, materiale, significativo su molti paesi, in particolare in Africa. Basti ricordare che, durante la Guerra Fredda, molti paesi africani hanno lottato per l’indipendenza e la liberazione dal colonialismo europeo.

Le superpotenze rivali, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, hanno spesso sostenuto gruppi opposti nei conflitti interni a questi paesi, con l’obiettivo di espandere la loro influenza e promuovere i loro interessi strategici. Per esempio, la lotta per l’indipendenza in molti Paesi africani ha spesso portato a prolungati conflitti armati, instabilità politica e violenze, spesso influenzate dalle cosiddette “dinamiche globali della Guerra Fredda”. Ai tropici in generale, la “guerra fredda” ha contribuito all’instabilità politica e alla violenza, nonché alla polarizzazione ideologica e al conflitto tra gruppi e paesi in cerca di indipendenza e liberazione dal colonialismo.

Sebbene il termine “Guerra Fredda” iniziò ad essere usato in modo più sistematico dagli anni Quaranta e Cinquanta per descrivere la tesa rivalità geopolitica e ideologica tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale, l’origine esatta del termine è incerta. Il concetto è generalmente attribuito a Walter Lippmann, giornalista e commentatore politico americano che lo usò in una colonna che scrisse nel 1947 per descrivere il rapporto tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il termine divenne ampiamente conosciuto negli anni successivi e venne utilizzato per descrivere il confronto tra il blocco capitalista guidato dagli Stati Uniti e il blocco “comunista” guidato dall’URSS.

Tuttavia, anche se ancora largamente usato, il termine “Guerra Fredda” è criticato da molti studiosi, soprattutto marxisti, per diversi motivi. In primo luogo, il termine suggerisce che la lotta tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica fosse puramente una disputa ideologica, senza una base materiale concreta nell’economia e nella politica. Per molti marxisti, questa visione della guerra fredda è superficiale e non tiene conto delle forze materiali che guidano la storia. Inoltre, alcuni studiosi sostengono che il termine “guerra fredda” è usato per nascondere i piani degli Usa e dell’Europa occidentale. L’indiano Vijay Prashad, nel suo libro “The Darker Nazioni: storia di un popolo del terzo World”, sostiene che il termine “guerra fredda” è usato per coprire le vere intenzioni dell’imperialismo occidentale, che cercava espandere il suo controllo economico e politico sul mondo in sviluppo. In questa prospettiva, la Guerra Fredda fu in realtà una guerra di aggressione da parte dell’Occidente contro il blocco socialista, che cercava di espandere il proprio controllo economico e politico sul mondo in via di sviluppo.

Eric Hobsbawm, in “The Age of Extremes: The Short Twentieth Century”, sottolinea che il termine “Guerra Fredda” è inappropriato perché suggerisce che la lotta tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica fu un conflitto freddo e limitato, quando in realtà infatti è stata una disputa globale e intensa. In America Latina, basta vedere anche tutte le dittatura che hanno sconvolto tanti paesi e responsabili di anni di repressione e morti, in nome della lotta contra la “minaccia del comunismo”, sempre infondata, ma usata come scusa per espropriare tantissime risorse naturale e economica.

Infine, altri specialisti ritengono che il termine “guerra fredda” sia usato per svalutare le conquiste e le conquiste dei paesi socialisti e per promuovere l’idea che l’unica forma di progresso sia il capitalismo occidentale. Questo punto di vista sostiene che la Guerra Fredda sia stata un tentativo dell’Occidente di demonizzare il socialismo e impedire ai paesi socialisti di svilupparsi liberamente.

Ripensare il termine “guerra fredda” e/o usarlo criticamente significa combattere una visione che nega una parte della storia che racconta la vera violenza del dopoguerra nel Sud del mondo, che fu responsabile di così tanti morti e per una politica neocoloniale responsabile di un sottosviluppo le cui conseguenze si vedono ancora oggi.



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