Maison des esclaves a Dakar

5 Musei sulla schiavitù: tra documentazione e memoria

Sapevate che, sparsi per il mondo, negli ultimi decenni sono stati inaugurati numerosi musei sulla schiavitù? Queste istituzioni sono in parte luoghi di memoria per le vittime della tratta degli schiavi e per i loro discendenti e in generale per la comunità nera che per secoli ha subito l’annullamento di ogni diritto, ma sono anche, per tutti gli altri, luoghi di accurata documentazione, conservazione e dimostrazione di avvenimenti storici da non ripetere.

Ne abbiamo scelti cinque, anche se il loro numero totale è molto più alto e probabilmente continuerà, fortunatamente, a salire. Questi musei sono tra loro differenti in quanto raccontano varie fasi della tratta degli schiavi, in diversi luoghi e sotto colonizzatori differenti, alcuni più orientati verso uno scopo memoriale, altri più verso la documentazione museale.

Maison des esclaves – Dakar

Ci troviamo in Senegal e in particolare sull’isola di Gorée. Questo piccolo pezzo di terra in mezzo al mare è stato per secoli un doloroso fulcro dell’economia mondiale sotto il controllo dello stato francese. Tra il 1536 e il 1848 milioni di persone vennero deportate proprio da qui, vendute come schiavi per le piantagioni di canna da zucchero e cotone nelle Americhe. La struttura, visivamente molto bella e colorata, è strutturata su due piani e se al piano superiore si trovano le stanze dei proprietari dell’epoca, al pianterreno sono situate le prigioni dove le persone rimanevano in attesa del loro destino per poi oltrepassare “la porta del non ritorno” verso le imbarcazioni.

Whitney Plantation – Louisiana

Questo museo è stato realizzato da un bianco l’avvocato in pensione John Cummings, che ha speso 6 milioni di dollari per costruirlo rilevando la proprietà a un’azienda petrolifera. Si tratta di un museo della memoria dell’epoca della schiavitù e delle piantagioni (canna da zucchero). Ha lo scopo di mostrare la vita quotidiana delle persone costrette alla schiavitù, che oggi rivediamo in statue a grandezza naturale all’interno di questa proprietà che sembra proprio una piantagione dell’epoca. Il museo accoglie anche mostre temporanee di artisti afroamericani. Cummings afferma: “il mio obiettivo è raccontare bene questa storia a chi ha la pelle di colore uguale alla mia”.

Internation Slavery Museum – Liverpool

Liverpool divenne all’epoca la capitale europea della tratta degli schiavi: gli schiavi venivano inviati nelle Americhe mentre da qui arrivavano i prodotti tropicali come lo zucchero, il rum e il tabacco. La ricchezza dell’Inghilterra vittoriana si fondava a tal punto sugli schiavi che nel momento dell’abolizione i grandi proprietari e commercianti di schiavi vennero risarciti economicamente per la “loro perdita”. Il museo di Liverpool sembra essere il più importante al mondo. Situato nel quartiere dei vecchi magazzini marittimi, ripercorre le tappe della tratta degli schiavi e la sua storia così come il suo impatto, ammettendo le colpe dell’impero britannico.

Memorial ACTe – Pointe à Pitre – Guadalupa

Si tratta del “Centro caraibico dell’espressione e della memoria della tratta e della schiavitù.” Ha uno scopo duplice di documentazione e testimonianza nell’idea che per non sbagliare nuovamente sia importante ricordare. Non a caso il museo occupa la più grande fabbrica di zucchero dell’epoca. Ma esso è anche un luogo memoriale che permette a chiunque importanti ricerche genealogiche sulla propria famiglia. La struttura è caratterizzata da un faro, prima cosa che si vede dal mare, mentre l’edificio principale è nero e avvolto in una rete argentata, ricordando metaforicamente la condizione degli schiavi.

Barbados Heritage District – Barbados

Questo bellissimo progetto doveva essere inaugurato nel 2022 ma forse è ancora in realizzazione. Le uniche fotografie disponibili sono dei rendering, ma l’idea è spettacolare. Il sito sarebbe composto da una zona documentaria, una delle più ricche al mondo mentre il resto dell’area di questo distretto diventerebbe luogo di memoria costruito secondo tradizionali tombe, sopra quello che fu uno dei più grandi e antichi cimiteri degli schiavi dell’isola.

Barbados è uno stato indipendente del Commonwealth dal 1966 ma nel novembre del 2021 ha abbandonato la monarchia parlamentare e quindi la corona d’Inghilterra, diventando Repubblica parlamentare. Il progetto museale nasce proprio per celebrare questi cambiamenti.

Foto: Robin Taylor su Flickr

Fonti: La Repubblica, Avvenire, Exibart, Explore France

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