Migranti, una quota significativa della forza lavoro italiana



La migrazione dei lavoratori stranieri verso l’Italia è stata una questione complessa e spesso strumentalizzata da settori politici di destra e di estrema destra. Al di là delle controversie, la realtà è che gli immigrati sono lavoratori estremamente importanti per l’economia italiana. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2020 la popolazione immigrata in Italia era stata stimata in oltre 5 milioni di persone, pari all’8,4% della popolazione totale. Gli immigrati costituiscono quindi una quota significativa della forza lavoro italiana.


Spesso l’immagine degli immigrati è quella dei non contribuenti. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli stranieri paga le tasse e contribuisce in modo significativo all’economia italiana. Pagano le tasse sui consumi, i contributi previdenziali e fiscali che finanziano i servizi pubblici per tutti coloro che vivono nel territorio del Bel Paese, come la sanità, l’istruzione e altri. Come spesso è riportato nei media, a causa del basso tasso di natalità in Italia, il sistema pensionistico del paese è sotto pressione, ma la presenza di lavoratori immigrati contribuisce a stabilizzare il sistema e a prolungare la durata. Con il versamento dei contributi pensionistici, i lavoratori immigrati servono a proteggere nel lungo periodo il sistema pensionistico italiano per tutti.

Un’altro fattore importante è che gli immigrati sono comunemente impiegati nell’agricoltura, nell’edilizia, nella produzione, nel turismo, nei servizi domestici e in altri settori vitali per l’economia. Senza manodopera immigrata, spesso sottopagata e con contratti precari, questi settori non potrebbero operare a pieno regime. Sfortunatamente, molti immigrati sono sfruttati dai loro datori di lavoro. Sono pagati al di sotto del salario minimo, costretti a lavorare un numero eccessivo di ore ed i loro diritti del lavoro vengono ignorati. Ciò è stato particolarmente evidente durante la pandemia di COVID-19, durante la quale molti stranieri lavoravano senza un’adeguata protezione.

Molti immigrati sono spesso impiegati in settori economici a rischio di collasso. Senza questa specifica manodopera, questi settori potrebbero subire cali significativi, con conseguenti danni economici diffusi. Molti di questi lavoratori hanno ottime capacità professionali e apportano preziose competenze all’economia italiana. Lavorano in settori ad alta tecnologia come ingegneria, scienza e medicina, contribuendo al progresso e alla crescita dell’economia.

La diversità dell’economia italiana è un vantaggio che l’Italia ha rispetto agli altri paesi. La presenza di lavoratori stranieri arricchisce la cultura economica del Paese, apportando nuove prospettive, idee e pratiche commerciali. Ciò significa che la diversità apportata da questi lavoratori contribuisce alla competitività e all’efficienza complessive dell’economia italiana. Gli stranieri portano prospettive uniche su nuove opportunità di business attraverso le loro competenze e conoscenze culturali. Sono spesso collegati a mercati internazionali che potrebbero essere fuori portata per i lavoratori italiani. La loro presenza nell’economia italiana contribuisce a guidare la crescita verso nuove opportunità, mantenendo il Paese competitivo in un mercato globale in continua evoluzione.


Come abbiamo visto, gli immigrati sono lavoratori importanti per l’economia italiana, portando competenze, diversità, stabilità e crescita. Costituiscono una parte significativa della forza lavoro italiana e sono impiegati in importanti settori economici. Con il loro lavoro contribuiscono al finanziamento dei servizi pubblici e alla tutela del sistema pensionistico italiano nel lungo termine. Identificare e valorizzare il ruolo cruciale dei lavoratori immigrati nell’economia italiana è fondamentale per garantire la prosperità economica del Paese e un futuro promettente.

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