Michele Piramide e Stefano Tarquini due poeti e scrittori che si muovono nell’underground romano presentano il primo festival di poesia e letteratura. Tutto questo è ARGINI, che si terrà a Roma. Apriranno il festival Blackpost raccontando lo spaccato di diversità che si cela lungo gli “argini” romani, Fabio Piccolino autore di Solo Amore/ Colle Der Fomento e la poetessa Ilaria Giovinazzo con la quale scriveremo insieme una poesia. Vi aspettiamo il 16 giugno presso Lungotevere Tor di Nona (accesso dalla scalinata di Castel Sant’Angelo) per dare il via a questo festival unico nel suo genere.
ARGINI
cose come cicalii, a fondo di Tevere divino sei loro sei fai
tre passi Falcao, rincorri fantasmi e riprova
Ritrova, sul tavolo verde una scusa e l’aurora.
O Roma ti perdono sei Roma dei gabbiani, 83 sorrisi porta a porta
e nascondi avamposti e nascondi di nuovo vittorie
in silenzio, e brucia tra le dita la caccia un coltello
un involucro Pasolini dicesti, solo pensieri di Eros dicesti
rossi fanno di lama ai ventri di lupa, hai ancora sete Marcello?
E Riflessi a San Callisto a ponte Sisto sei loro se fai sei loro
Ti scongiuro essere
Sto, e te.
(poesia di Michele Piramide e Stefano Tarquini)
Immaginiamo ARGINI come un viaggio nella diversità che ROMA cela ma non nasconde nell’ipocrisia di un sorriso a denti stretti e tra le ombre del non – detto che trovi in bella vista al bancone di un bar tra un caffè, una peroni e la gazzetta dello sport.
ARGINI ti racconta la poesia lontana dal tuo sguardo,o quantomeno ci prova, BLACK POST ti porta per mano a vivere la diversità di essere così simili e non riuscire ancora ad essere noi.
E allora il primo passo di questo neonato festival che punta a sovvertire la normale percezione dell’arte e dei versi in ogni loro nuova forma, non poteva che essere mosso al fianco di questo giovane movimento letterario e giornalistico che tenta con la delicatezza delle parole di farsi spazio tra le mura di paura di questa città.
Amro, Luca, Soumaila, Kantè, Crisalida, Dao, Marcela, Vanesa, Alexandra, Bruna, Mariachiara e altri nomi in cui inciampare, senza farsi male; ma come da piccini assecondare il moto della caduta e vivere il quotidiano senza maschere, re imparando a giocare insieme.
“Nel silenzio assordante del Lock-Down sentire che non si voleva più essere una storia raccontata, né un inserto di cronaca a cui volgere lo sguardo di paura nel vortice di pregiudizio mediatico così facile da sollevare. Ma portare la nostra verità, per quella che noi viviamo, con la crudezza con cui noi la viviamo, con i segni sulla pelle che noi portiamo; un giornale di ragazzi, italiani di seconda generazione che vogliono portare la loro voce in quei silenzi e quei vuoti non più tollerabili.”
Nasce così “Mig Generation” scritto nel 2020 il libro di BLACK POST che è un po’ il primo manifesto del movimento fino a giungere alla creazione di Emi Social Lab, uno spazio culturale di condivisione e crescita sociale.