Più di 500 morti verso l’Italia e nessun lutto, non c’è risonanza, non c’è dispiacere.
Le istituzioni hanno completamente annichilito le migrazioni, così tanto da svanire di fronte all’ennesima immane tragedia in mare. Più di 500 morti tra cui almeno 100 bambini.
Chi moriva di stenti sulla barca e chi moriva affogato e se ci fossi stata io? E se ci fosse stata mia figlia? La guardo e la stringo forte a me, non posso immaginarlo ma qualcuno lo ha vissuto sulla propria pelle e quel qualcuno è sempre un’altra persona dall’altra parte del paese o del mondo meno fortunata di noi. Molto meno.
Vi siete spogliati di ogni tipo di dignità non rendendo giustizia a chi un lutto nazionale lo meritava per davvero. Vi siete spogliati della più profonda delle empatie, avete accolto la tragedia come un numero che pian piano diventa sempre più sbiadito.
Non siete in grado di prendere una posizione e vi sottomettete al ricatto dell’apertura delle frontiere perché le persone vi fanno paura. Ma di quale paura possiamo parlare se non quella che si prova di fronte alla guerra e alla fame?
I salvataggi in mare sono un obbligo, non può esistere la convinzione di un paese di sottrarsi dall’ aiutare qualcuno che sta perdendo la vita. L’Europa deve farsi carico di questo scempio, le leggi lo prevedono e noi richiediamo che vengano attuate.
Esprimo il mio dolore, per quanto valga il dolore di una persona che scrive queste inutili righe dal salone di casa sua, a Roma mentre splende il sole e il cielo è azzurro ma per fortuna mai così blu da ricordarmi gli abissi del mare in cui giacciono i corpi di gente come me e mia figlia.
Foto: adiprayogo liemena on Pexels