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Le nuove strategie coloniali e i movimenti migratori

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Dietro le ondate migratorie che stanno dividendo l’opinione pubblica europea, bisogna vedere la responsabilità dei paesi europei nella distruzione dei sistemi sociali ed economici dei paesi di provenienza. L’attuale crisi migratoria e le politiche messe in campo per governarla non risalgono a oggi.

Istanbul, Imamoglu e la vittoria dell’amore radicale.

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L’amore radicale che è riuscito a trasmettere a tutti e tutte, gli ha regalato il titolo di primo cittadino di Istanbul, che spesso è il stato il primo passo per incarichi più alti. Come si dice, infatti, chi vince Istanbul, vince la Turchia.

Ma quali stranieri ? Nuovi italiani

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Alla fine, anche se non perfetto, l’italiano lo parliamo, la mentalità di fare cose complicate con metodi semplici l’abbiamo acquisita con il tempo, ci mettiamo a piangere quando Totti dà l’addio al calcio, siamo pure pronti a mandare al quel paese l’autista che salta la fermata del bus e non riusciamo a non cominciare la giornata con un buon caffè.

Sea Watch: L’editoriale dell’Uomo nero

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Le leggi della natura prevalgono sempre su quelle dell’uomo. Salvare chi rischia di morire è un istinto umano che nessuno può impedire o mettere in discussione.
Non si svuota il mare con un secchiello, così come non si ferma l’ondata migratoria con un decreto, due decreti, tre decreti.

Una risorsa, non un problema

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Le recenti e cospicue immigrazioni non sono la causa della crisi in Europa. Non è responsabilità dell’emigrato se in Italia ci sono tanti disoccupati, se crescono le povertà e le diseguaglianze, se i giovani studiano e non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro e devono a loro volta emigrare lontano dalle loro famiglie per cercasi un futuro accettabile.

UE e operazione Sophia: un fallimento annunciato.

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Che qualcuno si prenda la responsabilità di far applicare le leggi internazionali ed attuare finalmente un piano serio e dettagliato per confrontarsi con questo fenomeno inarrestabile che è l’immigrazione.

Elogio del partigiano Orso

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Da uno straniero come me, che ha viaggiato tanto per vivere nel tuo paese, quel paese che hai lasciato per andare a sacrificare la tua vita per un popolo che non conoscevi, ti giunga la mia riconoscenza: ti sarò sempre grato, partigiano Orso.

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