Sono Amro Mahmoud, nato e cresciuto in Italia, ma come si può notare dal nome, ho origine da tutt’altra parte. Immigrato di seconda generazione, i miei genitori, mio padre prima, negl’anni ’80 e mia madre poi negl’anni ’90, si sono trasferiti a Roma da Alessandria d’Egitto. Non sono solito scrivere biografie, o racconti sul sottoscritto, ma se con il mio piccolo trascorso di vita posso dar forza a qualche mio “simile” (ovviamente simile, per quanto riguarda il fattore nascita/crescita) non vorrei perdere l’occasione.
Me bambino: il mio inizio
Quegli anni passati insieme a mio padre con la prima moglie e le sue figlie furono dei momenti tragici della mia infanzia. Era una donna estremamente gelosa nei confronti di mia madre, e molto cattiva nei miei confronti. Ero servito a parte durante la colazione, il pranzo e la cena. Una scena che oggi ci suona familiare in Italia, ma non dovrebbe.
La mia “pacchia”
La prima volta che mi recai nel cittadina calabrese ho dormito nella ormai famosa baraccopoli di San Ferdinando dove le condizioni di vita continuavano ad essere disumane. La struttura era una vecchia fabrica, all’interno ognuno di noi aveva costruito delle tende per poter domire. Per tener caldo l’ambiente, accendevamo il fuoco. Usavamo i sacchi a pelo che i medici senza frontiere ci avevano distribuito per coprirsi. Ogni giorno, rischiavamo di essere bruciati vivi. La mattina avevamo tutti quanti l’odore del fumo addosso.